lunedì 27 giugno 2011

Linguine "cu cciuffu" del pesce spada.

In primavera i pescatori dello stretto di Messina sono in fermento: nella costa calabrese, da Bagnara a Scilla, a Villa S. Giovanni con i primi caldi arriverà l'ospite più atteso, il re del mare Tirreno, u Pisci per antonomasia... il pesce spada, che dall'oceano Atlantico si dirige verso il Mediterraneo in cerca di temperature più calde, favorevoli alla riproduzione. 
La pesca del pesce spada ha radici antichissime: sembra risalga addirittura alla preistoria. Polibio, illustre viaggiatore e storico greco vissuto nel II sec. d.C., è uno dei primi testimoni oculari della pesca del pesce spada e ne descrive le modalità che rimarranno fedeli per secoli: una barca a remi, il luntri, dotata di un albero su cui un marinaio fa da vedetta, avvista il Pesce e con la forza delle braccia di due rematori, parte all'inseguimento. Sulla prua il lanciatore è pronto con la sua arma: una lunga lancia che finisce con un arpione, pronto a scagliare il colpo fatale. Ma il Pesce diventa umano: sente, vede, capisce. La pesca diventa una lotta tra pari. Il pescatore è cosciente del fatto che la vittoria nei confronti del suo nobile avversario sarà frutto non solo della propria abilità, ma del fatto che come uomo è destinato ad essere eterno vincitore... ma questo non sminuisce affatto il rispetto e il timore per il valoroso antagonista. 
Ancora oggi la pesca avviene con le stesse regole e con lo stesso spirito. La tecnologia ha mutato il luntri in un’imbarcazione più moderna, la passerella. Si tratta di un peschereccio dotato di un lungo rostro di circa 35m su cui il lanciatore continua a sostenere la sua perenne sfida che si tramanda da padre in figlio e di un albero di 30 metri dove c'è la vedetta. Le forti braccia dei rematori sono state sostituite dai cavalli dei potenti motori, ma lo spirito di chi fa questo mestiere è rimasto immutato. 
Da aprile a giugno il pesce spada vive la stagione dell'accoppiamento e segue la propria compagna nelle coste calabresi, dove viene a deporre le uova. Il pesce innamorato diventa vulnerabile: il maschio è fedele alla propria femmina, fino alla morte. Per questa debolezza viene catturato con l'astuzia: lo spada viaggia sempre in coppia e il pescatore lo sa. Punta prima alla femmina: la colpisce e la lascia in mare perchè il maschio, sentendone l'odore non si allontanerà dalla propria compagna e diventerà facile preda, vittima della sua stessa natura. 

Oggi per voi una ricetta che esalta una delle parti più pregiate di questo pesce: 'u cciuffu ovvero la parte anteriore della testa, immediatamente sopra gli occhi, le cui carni sono più grasse dei tranci, ma anche più morbide e saporite. Durante il feudalesimo il ciuffo e la "bbotta", il punto in cui si l'arpione si conficcava con la carne del pesce, erano diritto esclusivo del barone. Con il tempo e la caduta dell'istituzione feudale, queste venivano date a turno a ogni componente della ciurma e il pesce veniva venduto privo di tali parti. Oggi, nell'epoca del benessere e della modernità, le giovani generazioni di pescatori non sempre rispettano queste tradizioni  e sul bancone della pescheria il  pesce si può trovare  integro.







LINGUINE CU' CCIUFFU RU PISCI SPATA

500 gr di  pesce spada (ciuffo)
800gr di sugo di pomodoro
una cipolla di Tropea
olio EVO
sale, peperoncino, basilico

In un tegame capiente mettiamo a scaldare un paio di cucchiai d'olio e facciamo abbrustolire i pezzi di pesce da entrambi i lati, uniamo la cipolla tritata finemente e appena si colora versiamo il sugo di pomodoro, saliamo, uniamo il basilico fresco e il peperoncino e facciamo cuocere  a fuoco basso per un'ora circa. Il profumo di questo sugo è indescrivibile... è un'armonia di aromi che si sprigionano dal tegame e si diffondono per tutta la casa e...oltre! Portiamo a cottura le linguine e scoliamole bene.Condiamole con abbondante sugo e qualche pezzo di pesce. Buona scarpetta!





Con questa ricetta partecipo con immenso piacere al contest di Pecorella di Marzapane.

Share:
Blog Design Created by pipdig